20 marzo 2007

Sui Quays corre sempre un vento freddo e fortissimo, una corrente d'aria pluridirezionale da cui non ci si può riparare ma che, immancabilmente, mette di buon umore. Saranno le scene di delirio urbano che queste raffiche provocano, ma "il vento del Lungofiume" mette giornalmente in scena uno spettacolo imperdibile: schiaffeggiamenti pubblici delle appendici multicolori e lanicciose che sfarfallano via dalle silhouettes dei passanti, cappelli rapiti da nano-uragani che si formano sulla testa dei malcapitati come fossero delle aureole, manciate di anziani signori cullati dai soffi di Eolo...e allora non si può far altro che uscire dal rifugio scovato tra un angolo e l'altro della strada e lasciarsi trasportare. Ad abbandonarsi a quest'aria di Marzo si corre il rischio di essere spinti oltre una porta verde, tenuta aperta da una sedia di legno neanche troppo pesante, si corre il rischio di, una volta scostati i capelli dagli occhi, ritrovarsi in una delle librerie piu' belle della citta', si corre il rischio di espirare tutta l'aria contenuta nei polmoni e voler lasciare, per un'istante, tutto cio' che contraddistungue la propria persona oltre la soglia verde. Le dita leggono lentamente titoli di libri accatastati in un disordine tutto intellettual-chic, tomi adagiati sui vecchi tavoli di Singer d'inizio secolo(scorso), volumi coloratissimi accostati a macchine da scrivere degne di un giornalista statunitesne con la sigaretta in bocca ed il cappello sceso sul viso un po' di lato...I lampadari di cristallo smerigliato dalla polvere rilasciano una luce arancio che costringe il cappotto ad essere adagiato su una delle poltrone accanto alla vetrina; ed e' solo allora, quando questa scena domestica sembra conclusa che il padrone di casa si rivela e, senza troppi preamboli, con due tazze di caffe' in mano e l'inizio di una frase iniziata due scaffali prima che ancora lo segue:"..today nobody's buying books, would you like join me for coffee and chat?". La risposta e' silente, ma tratteggiata in un sorriso eloquente. Le parole si intrecciano ai riccioli di vapore poco sopra le due tazze e si posano come polvere sul bouquet di tulipani viola, li', sul tavolino di fianco, parole e frammenti di pensieri, finalmente tornati liquidi, portano alla scelta di una musica adatta alla giornata, all'angolo di parole e caffe'.. e allora sono le Cocorosie che fanno vibrare le pareti di legno di una vecchia radio adattata a lettore cd per il tempo successivo, reso inquantificabile dalle parole e dal vento che le ha trascinate via.

4 Comments:

Blogger Rachele said...

ti invidio moltissimo per il posto e per la chiacchierata.il libraio sarà poi sempre lo stesso 'giovane uomo' tanto gentile che ho conosciuto anche io? chissà.anche qui vento.
e il tuo pacchetto è stato spedito, dovrebbe arrivare presto

4:35 PM  
Anonymous Anonimo said...

Mia sorella è una poetessa.
Anche una poetessa.
Dipinge con le parole.

10:18 AM  
Blogger Claudia said...

::.Rachele: Il giovin-libraio credo sia lo stesso: Thomas, dotato di una gentilezza ed accortezza d'altri tempi...ammatto di essere impaziente di ascoltare nuova musica, senza contare che sarà la prima missiva recapitatami all'indirizzo dublinese!!(e lo so, mi emoziono anche per questo..:p)
::.TupiTupi: Bah..nulla di serio...mi sopravvaluti sempre!

12:21 PM  
Blogger Rachele said...

thomas! ecco come si chiamava.devo ammettere di essermi quasi innamorata di lui, a dicembre..ma non faccio testo, mi innamoro in continuazione..fammi sapere quando ti arriva il pacchetto e se ti piace :)

9:43 PM  

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