Fa nulla, il portone si richiuderà da sé, e mai una volta che lo faccia veramente, il vento sospinge su per la rampa di scale a chiocciola mentre il tardivo citofono umano strillacchia "chi è?!" basta un ultimo salto e zomp, si è sullo zerbino, già con le braccia che stringono forte una meraviglia di persona e poi...e poi...è un essere risucchiata in cucina con ancora la giacca indosso, fornita di bicchiere di vino ed interrogata sulle preferenze del pranzo, la trama delle chiacchere porta in salone e quì la giacca giace abbandonata su di una sedia dall'impagliatura sfilacciata. Poi sono le dita che cingono una sigaretta e seguono i profili dei buchi lasciati dai tarli sulla tavola da pranzo, dita che scostano la cenere accidentalmente caduta fuori dalla ciotolina verde, altre dita che raccolgono la mia giacca e l'appendono all'ingresso. I "dopo" rendono tutto rallentato, questi post prandiali poi hanno un che di allucinatorio ed è allora che l'arancione delle pareti inizia ad avvolgere la stanza fino a ridurla ad un buco pieno zeppo di fumo e "cose" neanche fosse esplosa una valigia, mentre nell'ingresso, dove penzolano le giacche, l'idea di provvisorietà è soffiata via dagli spefferi del portone. Gocciano via ore e giorni ed il giallo della cucina diventa ocra, limone e di nuovo ocra mentre i chiavilstelli, bloccati nelle loro cerniere, lasciano scorgere la terrazza che non è mai apparsa così scarruffata e bella. Passano i giorni, e le dita riprendono possesso della giacca..."torna presto ché mi piace vedere la tua giacca quì, appesa nell'ingresso..."
4 Comments:
Essì, questo ingresso lo conosco bene !!
spero di poterlo salutare di persona presto...l'ingresso stropicciato dal disordine, magari dopo capodanno!!
io domani mattina potrei svegliarmi all'ombra del Colosseo...
Oh! fino al 30 mattina sarò nella capitale...se vuoi, sai a chi chiedere il mio numero:)
Posta un commento
<< Home