E' che mi sono attardata a cercarti per le strade di Roma, le salite fatte di sampietrini, palazzi di edera rampicante, il palazzo via degli Ibernesi avvolto in teli di cellophane che svolazzavano a ritmo del vento. E quelle folate l'ho rincorse per tutto un pomeriggio sperando di incontrarti in qualche angolo impensabile e invece no, ho corso e macinato strade a vuoto e questo, dall'azione sta diventando una sensazione. Continuo a camminare a vuoto, a girarti attorno, e se mi contesti che di tempo ne è passato poco, potrei ribattere che le ore, i giorni e i mesi non fanno la differenza, ma forse...con un po' di presunzione, la fa la sincerità di venirti a cercare e starti accanto, riaccoglierti come se nulla fosse in ciò che è mio; forse la differenza potrebbe farla l'amore di mostrati il mio palmo della mano e dirti di prendere tutto ciò che vuoi di me, di noi...qualunque cosa tu decida di fare, ti chiedo solo di farla con delicatezza che temo tu non ricordi più di che materiale son fatta. Mi sono attardata e mi sono persa, vorrei non riaccadesse più, non così almeno, anche se una cosa bella mi è riamsta...il Canone in Re Maggiore di Pachelbel.
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