30 dicembre 2006

E come ogni fine dell'anno sono un po' giù, senza avere paura delle parole, direi triste ma solo quest'anno sono così giù..è che ho letto qualcosa che mi sarei dovuta evitare, qualcosa che fa sentire la sabbia negli ingranaggi, qualcosa che assomiglia a schegge di vetro che scendono nell'esofago e la sensazione che da lì aqualche istante mi specchierò in una pozza di un qualche liquido. Ho riempito di bigliettini anche il ramo dei desideri, e speriamo che di tante parole almeno qualcuna possa essere presa in considerazione, ma il desiderio che esprimo quì ha a che fare un po' con questa foto o meglio, con la sua sbilenca geometria. Desidero un po' di simmetria, di vicendevolezza, non assoluta, magari fatta di colori e materiali diversi, ma reciproca, questo è l'essenziale.

29 dicembre 2006

Propositi per il nuovo anno

28 dicembre 2006

Le valse des monstres

27 dicembre 2006

Fa nulla, il portone si richiuderà da sé, e mai una volta che lo faccia veramente, il vento sospinge su per la rampa di scale a chiocciola mentre il tardivo citofono umano strillacchia "chi è?!" basta un ultimo salto e zomp, si è sullo zerbino, già con le braccia che stringono forte una meraviglia di persona e poi...e poi...è un essere risucchiata in cucina con ancora la giacca indosso, fornita di bicchiere di vino ed interrogata sulle preferenze del pranzo, la trama delle chiacchere porta in salone e quì la giacca giace abbandonata su di una sedia dall'impagliatura sfilacciata. Poi sono le dita che cingono una sigaretta e seguono i profili dei buchi lasciati dai tarli sulla tavola da pranzo, dita che scostano la cenere accidentalmente caduta fuori dalla ciotolina verde, altre dita che raccolgono la mia giacca e l'appendono all'ingresso. I "dopo" rendono tutto rallentato, questi post prandiali poi hanno un che di allucinatorio ed è allora che l'arancione delle pareti inizia ad avvolgere la stanza fino a ridurla ad un buco pieno zeppo di fumo e "cose" neanche fosse esplosa una valigia, mentre nell'ingresso, dove penzolano le giacche, l'idea di provvisorietà è soffiata via dagli spefferi del portone. Gocciano via ore e giorni ed il giallo della cucina diventa ocra, limone e di nuovo ocra mentre i chiavilstelli, bloccati nelle loro cerniere, lasciano scorgere la terrazza che non è mai apparsa così scarruffata e bella. Passano i giorni, e le dita riprendono possesso della giacca..."torna presto ché mi piace vedere la tua giacca quì, appesa nell'ingresso..."

19 dicembre 2006

Il bicchiere si rompe, e la persona a cui vogliamo bene non tornerà.








Riflessi l'uno dell'altro e questo post è di te...









Riflessi di luce ordinata da vetri di specchio, lavoro infaticabile di Isella svedese bionda corpo morbido e sinuoso ,capelli lunghi carezzati dal sudore, goccioline nitide di follia che ricoprono il suo velluto, dalla finestra all’inglese guardava attento la folla scorrere sotto la piazza ,la folla giovane, vestiti moltitudini di piccole pazzie moda colori e sigarette angoli dell’esistenza congelati nella sua mente dal rumore del bastone ormai sordo che ripercorreva tutta la casa assieme ai suoi ricordi.


17 dicembre 2006

Oggi ho in mente questo stornello che mi ricorda tanto l'autunno visto da dietro i vetri smerigliati della scuola elementare...

Inizio a sospettare che con l'avvicinarsi della fine dell'anno si impronti incosciamente un ideale libro dei ricordi di tutta una vita, poco importa quanto lunga...

16 dicembre 2006

La memoria ha quest'incapacità strutturale di cancellare anche certe nefandezze dell'infanzia, et alors voilà une chanson terriblement sadique:


Alouette, gentille Alouette
Alouette, je te plumerai.
Je te plumerai la tête,
Je te plumerai la tête.
Et la tête,
Et la tête,
Alouette
Alouette

Alouette, gentille Alouette
Alouette, je te plumerai.
Je te plumerai le bec,
Je te plumerai le bec.
Et le bec,
Et la tête,
Alouette
Alouette

Alouette, gentille Alouette
Alouette, je te plumerai.
Je te plumerai le cou,
Je te plumerai le cou.
Et le cou,
Et le bec,
Et la tête,
Alouette
Alouette

Alouette, genitlle Alouette
Alouette, je te plumerai.
Je te plumerai le dos,
Je te plumerai le dos.
Et le dos,
Et le cou,
Et le bec,
Et la tête,
Alouette
Alouette

Alouette, gentille Alouette
Alouette, je te plumerai.
Je te plumerai les ailes,
Je te plumerai les ailes.
Et les ailes,
Et le dos,
Et le cou,
Et le bec,
Et la tête,
Alouette
Alouette

Alouette, gentille Alouette
Alouette, je te plumerai.
Je le plumerai la queue,
Je te plumerai la queue.
Et la queue,
Et les ailes,
Et le dos,
Et le cou,
Et le bec,
Et la tête,
Alouette
Alouette

Alouette, gentille Alouette
Alouette, je te plumerai.
Je te plumerai les jambes,
Je te plumerai les jambes.
Et les jambes,
Et la queue,
Et les ailes,
Et le dos,
Et le cou,
Et le bec,
Et la tête,
Alouette
Alouette

Alouette, gentille Alouette
Alouette, je te plumerai.
Je te plumerai les pieds,
Je te plumerai les pieds.
Et les pieds,
Et les jambes,
Et la queue,
Et les ailes,
Et le dos,
Et le cou,
Et le bec,
Et la tête

Alouette
Alouette
Oooooh...

Fare del provvisorio la propria quotidianità è il più pericoloso e facile degli inganni

12 dicembre 2006

Solo oggi realizzo quanto questa TUA foto suggerisca il sottotitolo "giro, vedo gente, mi muovo...faccio delle cose..."
La beauté sera CONVULSIVE ou ne sera pas

05 dicembre 2006

Le Conseguenze dell'Amore

03 dicembre 2006


una dedica maldestra a due bellissime donne per...per il fruscio di tre giacche nere che camminano in un dicembre ancora non troppo freddo, per quella danza disarmonica quanto entusiasmante di mani e movenze che fendono la densità delle parole, per il color oro e magenta di cui si è tinta una sera, una notte e l'inizio del mattino, per il valore del non prendersi sul serio, per le sventure e l'auto-ironia che esse attraggono, per noi, e per essere sempre capaci di far comparire quei mezzi archi di riso e leggerezza proprio lì, dove sono le sopracciglia.
a C. & E.

02 dicembre 2006


L'éternité c'est long, surtout vers la fin

01 dicembre 2006

Oggi mi perdo in questo maglione beige, mi confondo nell'intreccio dei fili spessi e ripasso a mente quel detto che dice che si sta sul filo di lana e tento di darne più interpretazioni. Oggi, persa nelle maglie larghe, inspiro l'odore dell'arancione: sono i cachi maturi sull'albero, il marrone è la corteccia ancora umida dalla notte, respiro l'azzurro e vorrei fosse una farfalla rara, rarissima, ma è la coperta vasta, quanto questo maglione, del cielo d'autunno...guardo ancora più in alto e vedo una scia bianca nell'assoluto dell'azzuro, come dicevo? è una ferita del cielo e ora più fermamente lo credo: una ferita color bianco, ma oggi voglio anche credere, persa in questo maglione, che è come si dice in giro, che vuol dire che ti..., che mi...ma è una ferita. Assecondo le curve della lana e scivolo sul letto con una tazza rovente tra le dita, inalo il profumo del rooibos arancio ed eucalipto, ne ho fatto una tazza anche per te, è quì, proprio accanto a me, è la tua tazza senza manico, torniata artigianalmente, beige, come il mio maglione. Inspiro ed espiro con rigorosa regolarità, senza accorgemene ho rimparato a farlo e ora gioco col vapore che sale su in riccioli e spirali, mentre Joan as Policewoman suona nella stanza.
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